Quello del Valdarno di Sopra è un paesaggio vario, con mutamenti anche repentini in base alle diverse altitudini che lo caratterizzano. A valle le Balze plioceniche affiancano superfici coltivate, centri abitati maggiori e insediamenti industriali e commerciali. Mentre la fascia collinare, storicamente coltivata a terrazze, è attraversata dalla Strada dei Setteponti, tracciato etrusco e poi romano con il nome di Via Clodia, che raggiunge Arezzo attraversando piccoli e suggestivi borghi storici, ricchi di punti di interesse artistico. Lungo il suo percorso si possono ammirare magnifici panorami fatti di curate coltivazioni a vite ed olivi, con le caratteristiche case coloniche, molte delle quali trasformate in attive Aziende Agricole o Agriturismi, ma anche ricchi di boschi di latifoglie e, a quote più elevate, boschi di faggi e conifere.
Le caratteristiche Balze del Valdarno sono l’originale risultato seguito al prosciugamento del lago pliocenico che milioni di anni fa ricopriva l’intera area. Le sponde del lago erano delimitate da una parte da quelle che attualmente sono le colline del Chianti Classico e dall’altra dalle più accentuate montagne del Pratomagno, che oggi si spingono fino ai 1592 metri della Croce del Pratomagno. Quando le acque si ritirarono lasciarono sulle sponde più marcate delle ripide insenature argillose modellate nel tempo dagli eventi atmosferici ed è per questo motivo che la cordigliera delle Balze è localizzata specialmente sulla riva destra dell’Arno, alle pendici del Pratomagno, mentre nella sponda opposta le erosioni sono di ben più modesta entità, come ad esempio nelle colline di Figline Valdarno o di Montevarchi, dove si possono vedere le cosiddette smotte.
In tutta l’area della nostra Denominazione, versante orientale e occidentale della Valle dell’Arno, tra la piana di Arezzo e i colli fiorentini, il clima è estremamente favorevole alla coltivazione della vite. Secondo la classificazione delle zone fisiografiche della vite, stilata dal Rocchi nel 1936 e rivista dal Pastena nel 1977, il Valdarno di Sopra rientra tra quelle zone intermedie dove gli aspetti climatici negativi risultano più deboli, a favore dei caratteri positivi del clima.
La fascia produttiva infatti, pur rientrando per buona parte dell’anno nell’area di influenza del clima temperato e freddo, risente soprattutto in estate di quello mediterraneo che ne condiziona in maniera determinante la fase finale del ciclo vegetativo, permettendo di raggiungere un ottimale grado di maturazione delle uve. Il particolare bouquet e le particolari note che caratterizzano i vini a DOC Valdarno di Sopra percepibili al gusto, sono quindi indubbiamente dovute alle specifiche caratteristiche pedoclimatiche della zona che sommano inverni freddi e rigidi a mesi estivi molto assolati e caldi, mantenendo però una significativa escursione termica giornaliera che assicura un ideale mantenimento degli aromi.
Le precipitazioni medie annue, data la limitatezza della superficie della DOC si possono definire costanti in tutto il suo territorio, mentre la distribuzione stagionale delle piogge si concentra per circa il 70% nel periodo autunno-inverno.
Una grande importanza nel complesso dei fattori che compongono il nostro terroir la assume, assieme al microclima, il terreno. Nella provincia di Arezzo è stato eseguito uno studio di zonazione viticola curato dall’Università di Milano sotto la guida del prof. Attilio Scienza e questo studio ha permesso la redazione di una carta pedo-paesaggistica che ha evidenziato le grandi potenzialità viticole del territorio. L’area della DOC Valdarno di Sopra, gode infatti di grande omogeneità pedoclimatica, ma al contempo racchiude al suo interno diverse tipologie di terreno in grado di caratterizzarne qualitativamente tutti i vini.
La scelta delle coltivazioni che predilige terreni con buona tessitura, che presentano un valido spessore ed un sottosuolo coerente, adatti ad una viticoltura di qualità e l’orografia collinare del territorio unita all’esposizione prevalente dei vigneti, orientati a ovest – sud ovest, concorrono a determinare un ambiente ben ventilato, luminoso, ideale per lo sviluppo equilibrato delle piante e la produzione di uve sane e di grande qualità.
La viticoltura del Valdarno di Sopra, grazie alla particolare orografia e situazione climatica, è sempre stata quindi il risultato di un intreccio tra la situazione naturale e l’evoluzione culturale frutto dell’intervento dell’uomo, ne sono esempio i tracciati ancora visibili delle strade romane con accanto i confini delle vigne delle Legioni acquartierate, ereditate dagli etruschi, gli enormi lavori di terrazzamento a secco di epoca medievale, sotto le Pievi romaniche lungo i percorsi dei pellegrini verso Roma, la Via di san Pietro, così come i nuovi impianti in grado di sfruttare l’ampia differenziazione altitudinale dei terreni, ampliando in questo modo lo spettro qualitativo e identificativo dei vini.
Una terra di cultura, frontiera tra stati antichi e moderni, abitata da popolazioni che hanno espresso il loro sapere sfruttando al meglio particolarità geologiche e minerali, climatiche, culturali.